Piante in pieno sole, cosa fare in caso di danni da calore estivo

Si pensa sempre al sole come a un amico delle piante e di certo è fondamentale alla vita, al pari dell'acqua. Ma se più o meno tutti sono consapevoli dei rischi dovuti a un eccesso idrico, ancora molti si approcciano al giardinaggio sottovalutando i danni da troppo sole. Capita così che una succulenta - in quanto "amante del sole" - venga portata all'esterno senza adeguata preparazione alla luce: la poverina correrà il rischio di trovarsi i tessuti ustionati. Su piante come le Echinopsis, si tratta di danni estetici permanenti. Ma ci possono essere conseguenze ben peggiori. Riportiamo ad esempio questo racconto.

Questa lezione la imparai molti anni fa, dimenticando una pianta carnivora col sottovaso pieno d'acqua sul davanzale di una finestra esposta a sud. Era il 2003 e in quella stanza si sciolsero le candele decorative a causa delle temperature raggiunte (un gatto di cera col collo allungato smise per sempre di guardare avanti a sé e iniziò a fissarsi le ginocchia ). Entrando nella stanza sentii uno strano odore di verdure cotte: era l'aroma di una dionea cotta al vapore. Furono sufficienti poche ore di distrazione per dire addio a una pianta che avevo da anni. Purtroppo alcuni errori sono irreparabili.

Scottature anche per le piante

Anche le piante hanno bisogno di abituarsi al sole. Alcune, per loro natura, non si abitueranno mai. Ma partendo dal presupposto che abbiate scelto la pianta giusta per la vostra esposizione, può comunque capitare di notare scottature sulle foglie o sui fusti. Questo fenomeno può essere amplificato dalla presenza di vetrate o altre superfici riflettenti (che causano quindi un effetto lente concentrando i raggi solari in alcuni punti specifici) oppure dalla presenza di prodotti chimici vaporizzati. Soprattutto sulle succulente non applicate mai funghicidi o aficidi spray in piena estate: potreste trovare delle lesioni profonde sulle foglie.

Il colpo di secco

Può capitare che in estate, a causa anche dell'elevata traspirazione, le piante vadano incontro a un appassimento vistoso. Nel caso delle piante erbacee, spesso è possibile procedere a una bella irrigazione per recuperare la situazione: si mette il vaso in immersione per qualche ora, si toglie il sottovaso e nell'arco di una notte è già possibile notare una netta ripresa. Con arbusti e alberi può non essere così semplice e a volte i danni finiscono per interessare buona parte - se non tutta - la chioma. Cosa fare quindi in quei casi? Ecco come procedere nel caso un colpo di secco su piante a fusti legnosi:
  1. Mettere immediatamente la pianta in ombra, lontano da correnti d'aria;
  2. Innaffiate per bene (se il terreno è compatto mettete il vaso in immersione) senza far ristagnare acqua nel sottovaso e senza eccedere;
  3. Irrigate/vaporizzate la chioma (per le foglie secche non c'è speranza);
  4. Sospendete immediatamente eventuali concimazioni in corso;
  5. Monitorate la situazione per capire l'entità dei danni.
Non fatevi prendere dal panico e non "affogate" la pianta. Una foglia secca non effettua la traspirazione e quindi il consumo di acqua crolla a fronte di una diminuzione delle foglie attive nel processo di fotosintesi. Del resto è un meccanismo di difesa perfetto. L'errore, al massimo, è umano. Non continuate quindi a innaffiare perché:
  1. un substato in ombra si asciuga meno rapidamente di uno al sole;
  2. la traspirazione delle foglie si è fortemente ridotta;
  3. le radici secondarie, quelle più sottili, impegnate nell'assorbimento di acqua e sali minerali per i processi vitali, sono probabilmente compromesse.
Con le temperature elevate, le radici parzialmente morte e il substrato che rimane a lungo inzuppato, la vostra pianta rischia di non morire per il colpo di secco (che è naturalmente abituata a fronteggiare) ma per marciume. E, cosa ben peggiore, potreste scoprire per caso dopo anni di errori ripetuti che sarebbe bastato semplicemente far fare alla natura il suo corso per risolvere la situazione al meglio.

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