Cacyreus Marshalli, ovvero la farfallina killer dei gerani: le foto per riconoscerla, i consigli per combatterla


Fino a qualche decennio fa non c'era abitazione che non avesse almeno un geranio (o più correttamente pelargone) alle finestre. Oggi questo genere è messo a dura prova dall'arrivo, anche alle nostre latitudini, della Cacyreus marshalli, morigerata farfallina originaria dell'Africa meridionale che ogni estate fa stragi su terrazzi e balconi. Come un Alien distrugge le sue vittime dall'interno usandole come incubatore per le proprie larve, che completeranno l'opera mangiandosi le foglie una volta sbucate dai fusti. Molti appassionati, stanchi di dover rinnovare ogni anno i gerani, hanno finito per rinunciarci del tutto.

Come riconoscere la farfallina killer

Si tratta di una piccola farfallina - raramente supera i 3 centimetri - di colore marrone-grigio, con una caratteristica "coda" nelle ali posteriori: per foggia e dimensioni finisce potrebbe passare quasi del tutto inosservata (nella foto di apertura la si può vedere durante la deposizione delle uova). La femmina depone le uova preferibilmente sulle infiorescenze e i boccioli fiorali. Una volta avvenuta la schiusa, le larve penetrano nei fusti dai fiori o da altri tessuti molli e iniziano a mangiarli dall'interno i fusti. Quando diventeranno troppo grandi per i fusti, concluderanno la loro fase endogena scavandosi un'uscita in corrispondenza degli internodi e iniziando a nutrirsi delle foglie. E' solo in questa fase che spesso si finisce per cogliere il danno: quando si incontrano sulle foglie numerosi bruchi verdi contraddistinti da una linea verticale di colore fucsia sulla schiena. Il loro sviluppo è strettamente legato alle temperature estive: a 30°C ci mettono a diventare adulte la metà del tempo richiesto a 20°C. In un'estate si possono avere fino a 5 generazioni di farfalline. In pratica, un balcone pieno di pelargoni senza adeguati trattamenti può essere distrutto entro la fine dell'estate. Chi non conosce il ciclo vitale della Cacyreus marshalli  può pensare di aver salvato la pianta semplicemente rimuovendo questi bruchi voraci. In realtà, come spiegato, il danno è già fatto.

 NELLA FOTO: Ingiallimento fogliare causato dalle lesioni dell'interno dei fusti a opera delle larve di Cacyreus marshalli.

Come combattere la Cacyreus marshalli

In questo caso vale il detto "prevenire è meglio che curare". Il passaggio della farfallina killer rappresenta sempre un enorme danno per la pianta, per cui si consigliano trattamenti periodici prima che entri in azione, ovvero quando si raggiungono i 20 gradi. Ci sono in commercio prodotti molto validi contro il lepidottero del geranio: si spruzzano sulle foglie e hanno poi un'efficacia a livello sistemico: uccidono le larve presenti e proteggono i fusti non ancora sviluppati. Questi trattamenti vanno effettuati almeno una volta al mese nel periodo estivo. Ricordiamo che l'Axoris, uno dei prodotti sistemici più efficaci per combatterla, non è più in commercio, a tutela degli insetti impollinatori. In caso di attacco in corso, l'insetticida spruzzato sulle foglie potrà solo limitarsi a uccidere i bruchi in fase esogena. Può fare poco per i danni all'interno dei fusti. Non resta quindi che controllarli accuratamente e tagliare con lama disinfettata i fusti danneggiati, sperando che non si metta a rischio la sopravvivenza stessa della pianta.

NELLA FOTO: Danni all'interno dei fusti di un pelargone zonale a opera delle larve di Cacyreus marshalli Altro esempio di salvataggio in extremis.

NELLA FOTO: Pelargonium 'Vectis Glitter', bellissimo stellar dal fiore bianco screziato di rosso, dopo il salvataggio in extremis post danni da Cacyreus Marshalii. Ovviamente non è piacevole trovarsi delle piante ridotte in questo stato. Purtroppo molti stanno abbandonando la coltivazione dei pelargoni proprio a causa di questa farfallina killer che al momento non ha predatori naturali.

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