Giardinaggio primaverile in tempi di Coronavirus

Questa primavera è diversa da tutte le altre. Tristemente diversa. Ne abbiamo parlato qui: Una primavera tristemente diversa dal solito Le nostre piante si sono risvegliate dal riposo invernale, e soprattutto nel caso si trovino in vaso, hanno bisogno di attenzioni per affrontare la nuova stagione. La cura del verde non rientra però tra le attività di primaria necessità e questo ha sollevato molti dubbi tra gli appassionati. Come dedicarsi al giardinaggio in tempi di lotta al Coronavirus? E con che spirito farlo? Riflettiamoci insieme. Se la cura delle nostre piante ci aiuta a gestire la frustrazione da isolamento o l'ansia per l'emergenza che stiamo affrontando, è bene non negarsi questo momento di relax, a diretto beneficio del sistema immunitario, che è la nostra linea di difesa contro i virus. Ovviamente a patto che il tutto possa essere svolto nel rispetto delle normative vigenti e in piena sicurezza.

Aree pubbliche e condominiali

Iniziamo parlando degli orti e dei terreni comunali. Queste aree coltivabili vengono date in concessione gratuita in prevalenza ai pensionati e, mai come in questi giorni, rappresentano un'opportunità per evitare lunghe code ai supermercati, dove il rischio di entrare in contatto col virus è maggiore. Verdure fresche a chilometro e costo 0, in un periodo in cui i mercati sono banditi e i discount potrebbero non essere raggiungibili. Validi alleati, quindi, a cui però l'accesso potrebbe non essere consentito. Il condizionale è d'obbligo, perché rispetto alle disposizioni generali del Governo (distanziamento sociale, uscite individuali, adozione di mascherina e guanti, modulo di autocertificazione stampato e compilato), i Comuni possono aver adottato ordinanze più o meno restrittive (ad esempio assegnazione di slot orari per evitare gli accessi contemporanei), così come aver chiuso l'accesso alle aree condivise. Si consiglia quindi di non dare per scontata la possibilità di recarsi nell'orto ottenuto in assegnazione e di contattare il Comune per escludere la presenza di eventuali limitazioni. Nel caso dei giardini e degli spazi comuni condominiali, l'indicazione è sempre quella di evitare gli assembramenti di persone. Tutte le attività di manutenzione del verde nei condomini sono state rimandate, a esclusione degli interventi nei fabbricati indispensabili per garantire servizi di interesse primario. Chiusi anche parchi e giardini pubblici. L'ordinanza del Ministro della Salute è arrivata il 21 marzo, ma già prima molti Comuni si erano attivati in autonomia chiudendo le aree ritenute più a rischio aggregazione e meno controllabili.

Aree private

Nessun problema per i giardini privati delle prime case, che sono parte integrante dell'abitazione: sembra scontato dirlo, ma in questo clima di incertezza e di comunicazioni frammentate sui social network, alcuni utenti si sono interrogati sulla possibilità di uscire all'aperto nel terreno di proprietà. Via libera quindi ai lavori in giardino, ma limitando i rischi: lasciate in garage, ad esempio, scale a pioli e motoseghe ed evitate di sollevare o spostare vasi particolarmente pesanti. Il consiglio è di evitare tutte le attività che potrebbero richiedere un passaggio al pronto soccorso in caso di ferite o infortuni. Riguardo alle piante sul balcone o sul terrazzo, ci possono essere delle difficoltà maggiori legati alla difficoltà di reperire i materiali, come il terriccio, i vasi o i concimi. Ma ci sono anche interventi che si possono fare con poco, in sicurezza e relax, come rimozione delle piante nate spontaneamente nei vasi, piccoli lavori di contenimento alle radici o di sagomatura chioma, moltiplicazioni per talee erbacee in idrocoltura. Si dovrà controllare i vasi e verificare che non ci siano piante morte o da ripiantare. Questa permanenza in casa può essere anche l'occasione giusta per riordinare l'angolo del giardinaggio e piantare quei semi che ci siamo dimenticare di usare lo scorso anno. Esempio pratico: la foto di apertura.
Avevo la necessità di rinvasare una clematis che aveva ormai riempito tutto lo spazio disponibile e avrebbe sicuramente sofferto per il surriscaldamento delle radici a contatto col vaso nel corso dell'estate. Il terriccio che avevo in casa non era però sufficiente. Dopo aver riunito quello disponibile, e aver visto che non ne mancava molto, ho pensato di "sacrificare" il vaso di un geranium che a fatica aveva superato l'inverno. Non mi era venuto in mente di farlo in passato, eppure ora mi sembra una scelta quasi scontata. Il geranium è stato moltiplicato per suddivisione dei rizomi e si è subito ripreso, beneficiando di una collocazione più riparata dal vento di quella che aveva in passato; la clematis ha un alleato non competitivo che contribuirà a ombreggiare le sue radici. E, com'è noto, nel caso delle clematis vale il detto "piedi all'ombra, testa al sole".
Appena le previsioni meteo ci annunceranno l'arrivo della bella stagione (al momento c'è il rischio di gelata tardiva) si potrà aprire la serra fredda e controllare lo stato delle piante messe al riparo dai rigori. Iniziate a regolare le innaffiature, dal momento che le piante si sono già risvegliate e la brezza primaverile potrebbe portarle rapidamente alla disidratazione. E una pianta che soffre per mancanza d'acqua a primavera potrebbe avere una crescita stentata per tutta l'estate (leggi anche: Danni del vento sulle piante, come correre ai ripari). Per i più volenterosi è possibile dare vita all'orto sul balcone. Magari sfruttando gli avanzi della tavola: scarto degli ortaggi da radice (come il colletto delle carote o del finocchio), patate o cipolle già germogliate, semi di zucca, fagioli e legumi non decorticati. Tenete conto che se vi rifornite nei supermercati, è possibile che stiate acquistando degli ibridi di prima generazione, con bassa o nulla germinabilità in alcuni casi, enorme variabilità in altri. Quindi non aspettatevi l'esatta riproduzione di ciò che avete mangiato, potreste rimanere delusi. Può essere anche l'occasione per coinvolgere bambini e ragazzi, che in questo momento di reclusione forzata potrebbero beneficiare del giardinaggio all'aperto, anche se limitato ai metri quadri disponibili sul terrazzo di casa. Anche in questo caso le attività sono numerose e variano a seconda del grado di abilità e interesse del giardinauta in erba. La semina dei legumi sui batuffoli di cotone è però la più apprezzata, perché in tempi brevi i risultati sono apprezzabili. Se gli spazi lo consentono, è possibile dipingere vasi o allestire piccoli diorami nelle fioriere di casa. Per i più piccoli è possibile optare per le girandole tradizionali o delle loro rivisitazioni (come nel caso del fenicottero della foto di apertura), che non sono semplicemente un intrattenimento: nel caso di bimbi di pochi mesi, ad esempio, contribuiscono allo sviluppo della logica di causa-effetto, dal momento che gireranno solo in presenza di vento. Nella noia da quarantena non cedete alla tentazione di usare le cesoie: per quanto su alcune piante potrebbe essere un buon momento per l'intervento (come le Abelie) nella maggior parte dei casi si può correre il rischio di compromettere la fioritura. E vale quanto già detto in apertura, ovvero cercate di ridurre il più possibile il rischio di lesioni che possano richiedere un passaggio al pronto soccorso.

Riferimenti normativi

Sulla base del Dpcm in vigore al momento della redazione di questo articolo, le aziende che non producono “primaria necessità”, indipendentemente dalla loro natura, agricola o artigiana, devono fermare le proprie attività. Assofloro e Anaci, nel loro comunicato congiunto, precisano inoltre che:
  • Il Codice Ateco 81.30 (cura e manutenzione del paesaggio inclusi parchi, giardini e aiuole) non è ricompreso.
  • Alla voce relativa al “fermo delle attività nei cantieri”, nell’elenco dei cantieri che possono continuare la propria attività, non compaiono quelli relativi alla costruzione e manutenzione del verde.
  • Il Codice Ateco 01 (coltivazioni agricole e produzione di prodotti animali, caccia e servizi connessi) contemplato nell’elenco delle attività essenziali consentite, comprende anche i codici attinenti all’attività florovivaistica. A titolo esemplificativo, ma non esaustivo, i codici 01.19 (floricoltura e coltivazioni di altre colture non permanenti), 29 (coltivazioni di altre colture permanenti), 01.30 (riproduzione piante) e altri. Tali attività di produzione agricola potranno continuare ad essere esercitate, nell’osservanza delle disposizioni sanitarie.
 

Commenti