Hibiscus Syriacus, caratteristiche e consigli per la coltivazione in vaso

L’Hibiscus Syriacus è un affidabile arbusto della famiglia delle Malvaceae, molto amato e utilizzato nei giardini e nel verde pubblico per la sua resistenza ad arsura e gelo. Si presta benissimo anche alla coltivazione in vaso, non negando i suoi bellissimi fiori a chi lo coltiva in spazi ristretti.

Tanti nomi, un "errore"

Iniziamo a introdurvelo con una particolarità legata al suo nome, basata su un errore. Linneo, a cui moltissime piante devono il proprio nome scientifico, in questo caso fece uno scivolone, ritenendolo erroneamente originario della Siria, dove lo aveva avvistato in alcuni giardini (da cui il nome di “siriaco“). In realtà era stato importato dall’Asia e l’habitat originario si riconduce oggi a Cina e India. Proprio per questo motivo, viene spesso chiamato "ibisco cinese" (alimentando confusione con un’altra specie – l'Hibiscus Rosa-Sinensis). Se invece un anglofono vi dovesse menzionare un "Rose of Sharon"… bene, sappiate che ancora una volta il protagonista è sempre lo stesso: l’Hibiscus Syriacus.
L'evoluzione del fiore di Hibiscus syriacus 'Lady Stanley.

Coltivazione

Passiamo note di coltivazione: è una pianta, come si diceva, estremamente resistente: ama il pieno sole - senza il quale la fioritura sarebbe penalizzata -, regge egregiamente il gelo arrivando a -20°C di sopportazione, non è soggetto a patologie e l'unico problema serio di parassiti si può verificare con gli afidi, che spesso prendono di mira boccioli e foglie in formazione. Sul finire dell'autunno, prima della caduta delle foglie, le piante possono essere prese d'assalto da bruchi fitofagi. Non è neppure molto esigente in fatto di terreno, basta che sia adeguatamente drenato. Il ph può variare, ma si dovrà prestare adeguata attenzione alla concentrazione di minerali e soprattutto ferro a disposizione della pianta: essendo molto generosa e con una fioritura prolungata, può trovarsi in sofferenza, soprattutto se mantenuto in vaso e innaffiato con acqua calcarea. In caso di clorosi ferrica, somministrando ferro chelato si risolverà il problema in poche settimane.
Ingiallimenti a confronto. A sinistra una giovane pianta in clorosi ferrica a causa di un substrato ormai privo di nutrienti. A destra una pianta adulta, in pieno sole, che per far fronte allo scarso apporto idrico si alleggerisce di parte delle foglie.
Coltivandola in modo appropriato, la pianta ci regalerà fiori da maggio a settembre, perfino ottobre in presenza di climi miti.

Varietà per tutti i gusti

Se in passato l'Hibiscus Syriacus si trovava per lo più nella variante a fiore singolo di colore bianco o lilla, negli ultimi anni si è assistito a una profusione di nuovi cultivar dai fiori decisamente più particolari e appariscenti. Nell'immagine a seguire è possibile confrontare il fiore "classico" con le moderne varietà a fiore doppio. 

Fiori di Hibiscus Syriacus a confronto. Da sinistra a destra: 'Purpureus, 'Lady Stanley', 'Jeanne D'Arc'.

L'evoluzione ha riguardato anche le foglie. Ecco ad esempio un Hibiscus Syriacus a foglia variegata, che lo rende ancora più indicato per essere utilizzato come esemplare singolo in un piccolo giardino, o come unico arbusto su un piccolo balcone. 
Hibiscus syriacus 'Purpureus Variegatus'.

Moltiplicazione

La moltiplicazione dell'Hibiscus Syriacus si può realizzare principalmente in due modi: per seme o per talea. Nel caso della semina, si dovrà tenere conto che i nuovi esemplari potranno essere molto diversi dalla pianta madre (ad esempio una varietà a fiore singolo potrebbe generare piante a fiori semplici). La semina deve avvenire tra marzo e aprile, direttamente nel terreno di dimora. Non è inusuale che l'hibiscus syriacus possa autodisseminarsi. Nella foto vengono mostrate le capsule di semi ormai secche, pronte a rilasciare il loro prezioso contenuto:
Per avere esemplari geneticamente identici alla pianta madre, è possibile procedere per talea, margotta o propaggine:
  • talea: prelevare con una lama affilata e disinfettata un fusto di circa 10-15 centimetri, con 3-5 nodi e interrarlo dopo averlo privato delle foglie alla base e del germoglio apicale. Si può piantare la talea in luglio (semilegnosa) o autunno (legnosa). Evitare fusti con boccioli o fiori, che tolgono energie utili alla radicazione. Per massimizzare le speranze di riuscita, optare per un substrato molto drenato (si consiglia un 50% perlite).
  • margotta (aerea): si seleziona un ramo dalle caratteristiche ottimali (ad esempio lungo e diritto, per dare origine a un esemplare ad alberello), si rimuove la corteccia esterna e la si avvolge in un pezzo di tela contenente terriccio umido ed eventualmente agente radicante. Si dovrà rivestire il tutto con un sacchetto o pellicola trasparente. Controllare periodicamente la presenza delle radici e, se adeguatamente sviluppate, si può procedere al taglio e alla messa a dimora.
  • propaggine: comoda nel caso si voglia moltiplicare un arbusto interrato che già possediamo e che - a differenza della margotta - presenta dei fusti flessibili che possono raggiungere il terreno. Si tratta di selezionare un ramo lungo e flessibile (semilegnoso), incidere lievemente la superficie e interrarla a una profondità di circa 3-4 centimetri. Si dovrà poi attendere che radichi per separarlo dalla pianta madre.
L'Hibiscus Syriacus viene spesso confuso con il - forse più bello ma decisamente meno rustico - Hibiscus Rosa-Sinensis. A seguire una guida per aiutare a non fare confusione tra queste due specie, decisamente diverse quanto a esigenze colturali: Identificare le specie di Hibiscus: Syriacus e Rosa-Sinensis a confronto

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