Serra fredda fai da te: come allestirla sul balcone con pochi euro

Una serra fredda si compone di una struttura atta a ospitare le piante e di una copertura di protezione contro le intemperie. Si differenza da una normale "serra" perché è priva di riscaldamento, quindi la sua temperatura è identica o poco superiore a quella esterna. Sui suoi benefici e sugli accorgimenti per sfruttarla al meglio rimando al post Giardinaggio autunnale: come preparare le piante all'inverno ed evitare i danni da gelo, vento e umidità. Se avete appurato che la serra fredda renderà felici le vostre piante (e vi regalerà anche più spazio in casa), potrebbe tornarvi utile l'esperienza che ho avuto nel mio piccolo balcone flagellato dal vento. Non si tratta di una creazione recente e proprio per questo mi sento di consigliarla: le precedenti strutture non avevano mai superato il test dei 12 mesi. Quella che vi mostro sta festeggiando il suo quinto anno di utilizzo (vedrete le foto del prima e dopo). Ma, attenzione! Bisogna saper utilizzare una macchina da cucire...

Perché il fai da te?

Domanda più che lecita. In commercio ci sono moltissimi modelli diversi e, con una spesa anche contenuta, si ottiene lo stesso risultato con la sola fatica del montaggio. Lo so perché anch'io ho inzialmente optato per questa soluzione, approdando al "fai da te" solo quando l'ho trovata inadeguata. Ci sono OOOO motivi principali per cui consiglio la soluzione "fai da te" e sono strettamente legati alle caratteristiche del proprio spazio e - per certi versi - delle proprie piante. Il fattore economico è presente ma - mi verrebbe da dire - secondario. Ve li espongo, in modo che possiate fare le vostre valutazioni.
  1. Balcone/terrazzo molto ventoso. Se avete un balcone o terrazzo molto esposto al vento, le serre fredde disponibili in commercio potrebbero lasciarvi delusi. Sono infatti estremamente leggere e in alcune condizioni favoriscono l'"effetto vela". Anche distribuendo in modo ottimale i pesi tra i vari scaffali, è possibile ritrovarle rovesciate a terra. Nel mio caso, nonostante la scaffalatura non fosse particolarmente alta e fosse stata fissata alla parete con due tasselli, a causa di un forte vento primaverile ha iniziato a giracchiare per il balcone come su una nave nella tempesta. E prima che la pioggia fosse finita, è caduta frontalmente. Dopo aver trovato un Echinopsis vecchio di decenni spezzato a metà, ho decisamente rimpianto di non aver evitato l'acquisto...
  2. Dimensioni personalizzate. In alcuni casi lo spazio conta. Avendo un balcone lungo e stretto, la lunghezza dello scaffale non rappresentava un grosso problema, al contrario della profondità. Buona parte delle serre in commercio avevano una profondità eccessiva per i miei scopi e rappresentavano un intralcio. Con la soluzione fai da te ho scelto le misure che più si confacevano al mio scopo.
  3. Elevata umidità. Le serre fredde disponibili in commercio vanno aperte periodicamente. Non hanno infatti sistemi particolari di aerazione e nei climi particolarmente umidi favoriscono marciumi. Soprattutto nelle belle giornate, vedendo la condensa che si accumula è importante aprirle. Conviene quindi sceglierne una con l'apertura facilitata. In caso contrario, serrandola in autunno e aprendola a primavera, si potrebbero avere delle bruttissime sorprese. Nella soluzione fai da te ho optato per qualche spiffero in più ma la tranquillità di poter trascurare le mie succulente senza troppi rischi.
  4. Riutilizzabilità. La serra fredda acquistata, una volta rimossa la copertura, era abbastanza bruttina, nel suo colore verde che poco aveva a che spartire con le fioriere in legno. Nei mesi estivi la sostituivo con un'altra scaffalatura, più carina ma anche più stabile e ottimizzata per lo spazio disponibile. Perché quindi ancorarsi a una brutta scaffalatura che aveva l'unico pregio di avere una copertura su misura?
  5. Risparmio. Sì, c'è anche questo. Vedrete nel riepilogo materiali quanto ho effettivamente speso (ovviamente le cifre sono variabili, si può arrivare anche a una soluzione a 0 euro con materiali riciclati).
Come avrete notato, buona parte dei problemi indicati sono legati alla struttura. Se ne avete una solida e affidabile, in commercio potete trovare molti formati di teli per serre da balcone già pronti all'uso (a partire dagli 11 euro) per allestire una serra fredda a partire da quanto già a vostra disposizione. Restano validi i consigli dei punti 3 e 5. Se ritenete che la serra fredda "fai da te" possa fare al caso vostro, ecco come realizzarla.

Materiali

Scaffalatura di metallo/legno (importante che sia adatta al giardinaggio, per un corretto scolo dell'acqua) --> prezzo variabile, io ho utilizzato la scaffalatura in ferro che già avevo. Per la realizzazione del telo
  • Telo trasparente "strong" in polietilene o PVC (io ne ho acquistato uno venduto al metro perché volevo testarne la resistenza alle sollecitazioni - è importante che sia molto resistente; La spesa 5 anni fa si aggirava sui 3 euro);
  • Fettuccia da 3 centimetri (consiglio un colore scuro per evitare che si noti lo sporco, io ho optato per il nero, colore della struttura - e perché era quello che già avevo in casa. La misura era inferiore ai 3 centimetri e infatti ho dovuto rinunciare al punto a zig zag che avrei invece preferito per la resistenza);
  • Filo del colore della fettuccia;
  • Scotch o nastro carta (per "imbastire" la fettuccia);
  • Forbici (preferibilmente da bricoleur per un taglio pulito);
  • Macchina da cucire (che sia in grado di cucire il jeans).

Procedimento

Più che un tutorial passo passo, condivido la mia esperienza con la consapevolezza che va adattata al caso specifico. Ho trasformato la mia scaffalatura in una struttura geometrica perfetta aggiungendo delle barre di legno che sorreggessero la parte alta della serretta (materiale riciclato, estetica discutibile ma utile allo scopo). Ho preso quindi le misure della scaffalatura che volevo proteggere. Sulla base di quelle misure ho calcolato i pezzi da ricavare, ho preso le misure sul telo trasparente e l'ho ritagliato. E' quindi iniziato il lavoro di "cucito" vero e proprio: basta trattare il telo trasparente come se fosse un tessuto un po' spesso. Si tratta di applicare la tecnica del "cubo", con due differenze sostanziali: le cuciture vengono tenute a vista e due lati non andranno chiusi, ma provvisti di laccetti per l'ancoraggio alla struttura. In questo video si spiega la cucitura di un cubo (la parte di "ribaltamento" per nascondere le cuciture è quella che non va prevista): Non si può però cucire direttamente la plastica, perché il risultato sarebbe destinato a staccarsi in breve tempo per le sollecitazioni: è qui che entra in gioco la fettuccia. Si sovrappongono i due lati del telo di plastica che andranno cuciti e vi va sovrapposta la fettuccia piegata a metà. Per fissarla si può usare lo scotch o il nastro carta, da rimuovere a cucitura completata. I laccetti andranno semplicemente inseriti tra il telo di plastica e la fettuccia. Come punto per la cucitura consiglio il classico zig zag ma nel mio caso per questioni di spazio ho optato per il punto dritto. A questo punto si effettua la cucitura. 
Dettaglio della cucitura (punto dritto) con cui sono stati uniti i due lati del telo trasparente della serretta "fai da te" con la mediazione della fettuccia. Ecco come si presenta dopo anni di utilizzo.[/caption] Se il lavoro è stato effettuato correttamente, potrete tirare i lati senza che la plastica mostri cedimenti in qualche punto.
Nella foto in apertura, da sinistra a destra: la serretta aperta, la struttura aggiuntiva di legno per garantire la forma rettangolare all'ultimo livello, i laccetti di chiusura e ancoraggio al mobiletto.
Ecco la foto della serretta al suo quinto anno di servizio. Notare come il telo abbia cambiato colore a causa dello smog e delle piogge, non sia liscio come in passato (colpa della poca accortezza con cui è stato riposto la scorsa primavera) ma svolga ancora egregiamente la sua funzione.

La serra fredda "fai da te" dopo 5 anni di utilizzo.
E ricordate che lo spazio commenti è a disposizione per suggerimenti, dubbi o domande!

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