FuoriSalone, bilancio dell'edizione 2018

Il FuoriSalone è sempre un'ottima occasione per scoprire nuovi angoli di Milano o rivedere la città sotto un profilo inedito. Ecco un rapido bilancio di quello che mi ricorderò di questa edizione.

Triennale

Come sempre la Triennale non delude. Molto bella l'installazione Grand Seiko - THE FLOW OF TIME, dei designer Satoshi Yoshiizumi e Shingo Abe. Entrando senza preparazione si resta subito colpiti dalla musica e dai suoni di atmosfera sincronizzati con la proiezione visiva di elementi naturali alternati a colori e chiari-scuri. Lo sguardo finisce quasi immediatamente su una serie di "vasi" su piedistallo allineati davanti allo schermo, al cui interno, avvicinandosi, si possono notare elementi meccanici e minuscoli punti luminosi intermittenti.

Ecco un breve video che mostra una delle prime forme: Lasciandosi condurre per mano dall'opera e passando dal dettaglio allo schema generale, si finisce per cogliere il movimento ondulatorio generato dalla successione delle forme trasparenti. Al loro interno, gli elementi si compongono sempre più fino a dare origine a un orologio perfettamente formato. Come se fosse la sua naturale evoluzione. Silenziosa e duratura.
Si capisce quindi il messaggio dell'opera e soprattutto la sua efficacia dirompente dal punto di vista del marketing: non conoscevo la tecnologia Spring Drive di Seiko, ma la sua complessa combinazione di elementi meccanici, quarzo ed energia elettromagnetica si è splendidamente impressa nella mia memoria. Sempre alla Triennale era possibile visitare la mostra "Constancy and Change in Traditional Korean Craft". In esposizione guardaroba, credenze, librerie, lampade, tavoli e sgabelli realizzati con un connubio di moderno e tradizionale, in cui spiccavano laccature, intagli e madreperla. Qui ho scoperto che le case coreane stanno subendo profonde trasformazioni per via della "contaminazione" occidentale: non ci si inginocchia più sul pavimento ma si sta diffondendo l'uso delle sedie. Di conseguenza tutti i mobili, tavolini in primis, si stanno elevando di qualche decina di centimetri.
Construction of Space, credenza realizzata dall’artista LEE Jae-young in legno di noce e quercia bianca.

Un video decisamente interessante mostrava infine alcune tecniche di colorazione e di intaglio. L'orto botanico di Brera era costellato di casette luminose a tema Smart City. Bello in notturna, affollato e purtroppo non molto ben organizzato di giorno (con una limitazione eccessiva delle vie di camminamento e divieti poco visibili).

Se n'era molto parlato e il clamore era giustificato: davvero notevole la maxi installazione di Bulgari, con ben mille metri quadri in via delle Erbe, nel Brera Design District. Un labirinto così ben congeniato da far perdere i punti di riferimento spaziali e capace di disorientare tutti i sensi (il caldo afoso dovuto alla folla e ai neon rendeva l'esperienza olistica). Si partiva con l'allestimento firmato MVRDV con strutture rivestite di tessuto a trama geometrica in bianco e nero.
Nello spazio, perfettamente mimetizzati grazie al motivo geometrico, si nascondevano due calcio balilla. Purtroppo complice la folla sono passati del tutto inosservati ai miei occhi. Si arrivava quindi alle installazioni di Ivan Navarro, che con un abile uso delle luci fluorescenti ha saputo dare profondità al colore: utilizzando uno specchio, un vetro riflettente e due neon è riuscito a simulare una serie di stanze di diverso cromatismo in cui alcuni visitatori hanno perfino cercato di entrare (immagine in apertura). Le sorprese non erano però finite. Entrando nella Serpenti room (a sinistra nell'immagine sottostante) si finiva catapultati all'interno del famoso braccialetto Bulgari. E una volta fuori si era attratti dal rumore dei recinti sonori di Storagemilano: per entrarvi era sufficiente farsi strada - facendoli sbattere tra loro e risuonare - attraverso i tubi di metallo disposti a formare figure geometriche di varie tipologie (nella foto a destra l'ottagono).
Rintronante ma davvero bello. In occasione della Design Week 2018 la Casa dello Zecchiere ha ospitato la mostra "Repeat&Shuffle. Visual Patterns, New Media and Light Art" degli artisti Nino Alfieri, Marco Brianza, Massimo Hachen ed Eleonora Roaro. Al centro della stanza lo zootropio di Eleonora Roaro. All'interno l'immagine dell'artista che perde e ritrova all'infinito un palloncino, perché "Gli addii non sono mai addii". I materiali di cui è composta l'opera sono vari: stampa fotografica, plexiglas, lampada, giradischi e vinile. In questa foto è possibile avere una migliore visione d'insieme:
Alle sue spalle un'opera di Nino Alfieri: il Serpente di Fuoco - scultura in legno combusto in superficie e incerato che genera un'aura luminosa visibile sia con la luce solare che artificiale. Sempre di Nino Alfieri l'opera Light Sphere, scultura sferica traforata che varia colore ed effetti fluorescenti interni. 
Interno in gesso liscio fotosensibile ed esterno in sabbia nera, diametro 23 centimetri. Basamento in legno contenente una scheda Arduino appositamente programmata. 

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