Innaffiare le piante con acqua e zucchero le rende più belle? Il ruolo del glucosio nel mondo vegetale

Periodicamente sui gruppi di riciclo creativo, alla domanda "come posso utilizzare questo zucchero avanzato?" c'è sempre almeno una persona che risponde "puoi darlo alle piante". C'è una diffusa convinzione che le piante possano assorbire lo zucchero dalle radici e possano usarlo come fonte di energia come noi. Le piante non hanno bisogno di zucchero, lo possono ottenere in autonomia. Tramite il meraviglioso processo della fotosintesi clorofilliana producono una sostanza ancora più complessa e preziosa, ovvero il glucosio. E i livelli di glucosio nei tessuti regolano la vita delle piante in modi così complessi che li stiamo ancora scoprendo. Sappiamo da tempo che molte piante possono procedere alla fioritura solo se nei loro tessuti si raggiungono determinati livelli (scorte) di glucosio. La fioritura comporta del resto un dispendio enorme di energie, come testimoniano molto bene le piante che la effettuano alla fine del loro ciclo vitale, prosciugandosi nel tentativo di dare vita a nuovi esemplari (si vedano i sempervivi o le agavi). Nel 2013 i biologi dell'Università della Pennsylvania hanno scoperto che lo zucchero riveste un ruolo fondamentale nel passaggio dalla fase giovanile a quella adulta. In altre parole, anche le piante hanno una fase di "pubertà" che è legata all'alimentazione. Per approfondimenti: Sugar Triggers Plants to Mature to Adulthood, Penn Biologists Find Nulla di rivoluzionario comunque: già nel 2003 un team di scienziati della Clemson University del South Carolina aveva dimostrato che i livelli di zucchero giocano un ruolo importantissimo nell'attivazione dei geni che codificano proteine che agiscono sulla germinazione dei semi, alla crescita di radici e foglie, alla fioritura e all’invecchiamento, funzionando un po' come gli ormoni negli esseri umani.

Rimedio della nonna o realtà?

Questo rimedio della nonna nasce dall'errata convinzione che il metabolismo umano e quello delle piante funzionino allo stesso modo. 
Chi lo utilizza suggerisce un dosaggio di una bustina monodose (il classico formato da bar) da disciogliere in 5 litri d'acqua. A livelli eccessivi si può causare l'inversione del processo di osmosi minacciando la stessa sopravvivenza della pianta. Un altro fraintendimento è legato al concetto di "acqua addolcita". Molti sentendone parlare pensano si tratti di acqua e zucchero. L'acqua addolcita non è altro che acqua demineralizzata, cioé privata di alcuni minerali e componenti che la rendono "dura". Un po' quello che succede con l'acqua raccolta dal deumidificatore a cui abbiamo dedicato un post: Acqua del climatizzatore: quando si può usare per irrigare le piante Ci sono però anche argomentazioni più solide a sostegno della tesi. Qualche anno fa si era diffusa nell'ambito bonsaistico la convinzione che il glucosio somministrato per via radicale fosse un toccasana. A sostenerlo alcuni maestri, che però parlavano di glucosio e non zucchero. Il glucosio è un monosaccaride, ben più gestibile dello zucchero raffinato, polisaccaride, prodotto dall'uomo per il proprio consumo. Sull'effettiva efficacia non si sono avute conferme, ma ogni maestro ha i suoi assi nella manica. L'istituto di agricoltura e risorse naturali dell'Università del Nebraska sta effettuando degli studi per verificare se l'applicazione di acqua zuccherata possa portare benefici ai raccolti. Sembra che possa incentivare la presenza di organismi antagonisti dei principali parassiti, ma l'efficacia è ancora oggetto di studio. Per approfondimenti: Research on Sugar Application to Crops

Quindi... ha senso dare zucchero alle piante?

La risposta breve è: no. Indubbiamente lo zucchero è importantissimo per la pianta e un suo incremento può portare benefici visibili, ma solo se questo è autoprodotto sotto forma di glucosio. Le radici non sono predisposte per l'assorbimento e la gestione dello zucchero, che nella peggiore delle ipotesi può causare un danno agli xilemi o invertire il processo di osmosi, togliendo idratazione alla pianta. Un eccesso di zuccheri nel terreno può inoltre favorire funghi e batteri. Il modo più naturale e meno rischioso di promuovere la crescita è sempre quello di garantire le migliori condizioni di coltivazione, lasciando la pianta libera di utilizzare tutti quegli strumenti che ha messo a punto in milioni di anni di sviluppo.

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